Dopo una delle nottate più lunghe del mondo del calcio, dalla sospensione della Superlega e dell’uscita delle Inglesi e di Inter, Milan e Atletico Madrid, il Corriere dello Sport ha riportato l’intervista ad Agnelli, fatta lo scorso pomeriggio (prima del “casino”)
Ecco a voi un riassunto dei punti fondamentali:
Sull’obiettivo della Superlega e perché:
“Il nostro obiettivo è proporre la competizione più bella al mondo, che riporti il calcio ad essere seguito come prima, i giovani, circa il 40%, hanno perso interesse nel calcio, è molto preoccupante”
Sui fondi della Serie A:
“Ho fornito ampie spiegazioni ai club di Serie A, ho detto che temevo una flessibilità del nostro campionato. La nuova operazione avrebbe dovuto prevedere numeri superiori a quelli presentati”
Su UEFA, FIFA e sul mondo del calcio in generale:
“Io tempo che nessuno prenda atto dello stato di monopolio nel quale ci troviamo. Minacce, questa è la riposta che abbiamo ottenuto, anche quando cercavamo un dialogo. Le istituzioni sportive tengono il controllo delle manifestazioni, senza affrontare nessun rischio economico. Il rischio economico ricade solo sui club. Ho cercato di farlo capire a tutti, ma non avevano interesse nel capirlo, era necessario cambiare le cose. L’Uefa vende i nostri diritti, li vendono, e decidono loro quanto darci, tenendosi tutto”
Sui politici:
“Ricordo ai politici che temono per il calcio che per i club stimiamo che ci sia una perdita tra i 6,5 ai 8,5 miliardi, necessitiamo di liquidità. Se però capissero quanti termini fiscali affronterà la Superlega, cambierebbero idea”
Sulla Juventus:
Nel 2010 quando entrai nella Juventus dal sistema ricevevamo 100 milioni di euro, nel 2020/21 ne abbiamo presi sempre 100, la stessa cifra in dieci anni di sviluppo, mentre noi siamo passati da 170 milioni di euro di fatturato a 550. Investendo 450 milioni in infrastrutture, per accrescere lo sviluppo del calcio italiano, portando Cr7 in Italia abbiamo garantito ai club italiani ulteriori 4 milioni di euro al botteghino. Desideriamo continuare a svilupparci”
È così si conclude un’intervista, criticabile si, ma da capire al meglio, perché quello che Agnelli ha detto è molto importante.